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Tonga Bonga


A cura di: Paolo Fasce
Genere: Gioco da tavolo
Durata: 1 ora
Giocatori: da 3 a 4
Età: da 10 anni in su
Autore: Stefan Dorra
Editore: Ravensburger

Quando nella mia veste di giurato del premio "Il gioco dell'anno" ho ricevuto Tonga Bonga, sviato dal nome infantile e citandomi con un eufemismo, direi che ho pensato: "ecco un altro gioco leggero che ha senso per una casa produttrice di notevoli capacità promozionali". Ho aperto la scatola e mi sono dovuto subito ricredere.
La confezione è nel tipico formato Ravensburger (Minos, Magalon, ...) in cartone molto resistente, materiali di qualità e abbondanti, tabellone refrattario alle insidie del tempo, grafica curata e, cosa più unica che rara, regole espresse in maniera chiara e formalmente elegante. Il manualetto multilingue di spiegazione delle regole è anch'esso curato e bastano sei paginette di spiegazioni per introdurre in maniera efficace al gioco. L'ambientazione è incentrata sul traffico commerciale completamente indipendente da componenti belliche, cosa che rende la collocazione storica di difficile attribuzione e, volendo, definibile dall'utente.
Si tratta di gestire una flotta, i propri marinai e i propri comandanti (sostanzialmente considerati come dei dipendenti). Il giocatore è quindi un armatore che guadagna dall'affitto delle proprie risorse umane agli altri e dal proprio bastimento. Questo andrà a commerciare su isole inesplorate impiantando basi logistiche. La rete di relazioni è quindi fitta perchè lega i giocatori tra loro, dando però anche un obiettivo esterno dove esercitare la concorrenza. Sono molto originali sia i meccanismi di gioco, direi pure fluidi e bilanciati, che i materiali. I dadi sono i soliti a sei facce, ma solo cinque numerate, la sesta rappresenta un marinaio ammalato che non produrrà reddito per l'armatore, ma rallenterà la corsa del naviglio avversario. Monete e bastimenti in plastica sufficientemente scenografici e dadini di legno che rappresentano le colonie, completano la dotazione del gioco.
Il gioco, non tanto per le dinamiche, ma per l'idea che sviluppa, ricorda sia Minos, che Serenissima (più alla lontana), ma molto più di altri, riesce a sembrare semplice a chi risulterebbe spaventato dalle complicazioni, e godibile da chi le apprezza. In genere accade proprio l'inverso, svuotando il mercato italiano da quella fascia di giochi che risultano, ironia della sorte, troppo complessi per i risikomani e troppo semplici per gli amanti di ASL. Spesso è solo una questione di percezione, infatti vista la mia prima impressione, spero che il gioco abbia successo tra gli incolti, ma tu, o lettore di GiocAreA, lette queste parole, non sarai sviato dall'apparenza.

Giudizio sintetico
Materiali: OOOOO
Regole: OOOO
Giudizio: OOOOO
L'impressione: un gioco molto godibile e assolutamente da possedere.


Questo articolo è; apparso su GiocAreA, la rivista di giochi da tavolo che potete trovare in edicola o per abbonamento. Per informazioni contattate l'autore dell'articolo.