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Manhattan
A cura di: |
Roberta Risso e Roberto Dagnino |
Genere: |
Gioco da tavolo |
Durata: |
45 minuti |
Giocatori: |
da 2 a 4 |
Età: |
da 10 anni in su |
Autore: |
Andreas Seyarth |
Editore: |
Hans im Gluck (D), distribuito da Venice Connection |
È in atto un boom edilizio e nelle grandi metropoli stanno
sorgendo grattacieli altissimi; in barba ai piani regolatori a
Manhattan, Il Cairo, San Paolo, Francoforte, Sidney e Hong Kong
costruttori senza scrupoli devono innalzare quanti più
grattacieli è possibile, vince chi riesce a costruire
grattacieli propri o a sfruttare le fatiche altrui per appropriarsi
delle costruzioni degli avversari.
Il gioco è composto da un tavoliere con sei grandi aree che
rappresentano le sei città su cui costruire e una tabella
segnapunti, cento elementi in plastica rappresentanti ognuno uno o
più piani di grattacielo (25 per colore, da uno a quattro piani),
45 carte costruzione che indicheranno l'area su cui è possibile
costruire.
Ogni giocatore, a turno, seguendo l'indicazione della carta costruzione,
costruirà un grattacielo su una città a sua scelta ponendo
un elemento sul tavoliere, il giocatore seguente potrà costruire
un nuovo grattacielo in un'area libera oppure appropriarsi di un
grattacielo avversario aggiungendo un elemento in modo tale che i
propri piani siano più di quelli dell'avversario, in caso di
parità risulta proprietario del grattacielo chi ha costruito
l'ultimo piano.
Varranno per il punteggio il numero dei grattacieli, il grattacielo
più alto e la maggioranza dei propri grattacieli in ogni
città.
Il gioco si conclude quando tutti i giocatori hanno terminato gli
elementi per costruire.
Il gioco, che ha vinto il premio come gioco dell'anno in Germania
nel 1994, lascia i giocatori che lo hanno provato insoddisfatti sia
per la veste grafica sia per la dinamica del gioco.
La presentazione potrebbe essere decisamente migliorata con un
limitato investimento nella qualità dei materiali con i quali
sono costruiti i grattacieli.
Il gioco, molto simile ad uno degli anni '80, "Parco della Vittoria",
è poco avvincente per la limitata concorrenza fra i giocatori
dovuta alla presenza di ben sei città e di soli due, tre o
quattro giocatori, ognuno può infatti costruire indisturbato
in almeno una città e la competizione fra i concorrenti è
ristretta solo ad alcune zone, a tal proposito è evidente
che se il numero delle città fosse inferiore a quello dei
giocatori costruire sarebbe molto più complicato e quindi
i giocatori sarebbero costretti ad escogitare sempre nuove
strategie.
Giudizio sintetico
Materiali: O (molto poveri)
Regole: OO (chiare, tradotte in italiano, ma solo in tedesco e
stampate in bianco e nero)
Giudizio: O
L'impressione: gioco con poca suspense, poca lotta, idea di base
non originale.
A proposito di Manhattan...
di Marco Ferrando
Vi propongo un contributo un po' meno severo sul gioco dopo aver
avuto occasione di sbirciare la recensione che Roberto e Roberta
hanno preparato per questa stessa Gazzetta.
Il tutto ovviamente con il massimo rispetto per l'opinione dei
recensori con i quali ho condiviso alcuni test.
In particolare proverò ad analizzare l'elemento strategico
del gioco e a proporvi alcuni suggerimenti.
Conoscete già i meccanismi principali, preciso solamente che
i punteggi di ogni round vengono assegnati come segue: 3 punti al
grattacielo più elevato, 2 punti per ogni città nella
quale un giocatore ha costruito il numero di grattacieli più
elevato rispetto agli altri, un punto per ogni grattacielo posseduto.
A questo punto sorge spontanea una prima domanda: è preferibile
costruire nuovi grattacieli oppure prendere il controllo di quelli
costruiti dagli avversari?
Una strategia molto aggressiva è quella di attaccare
sistematicamente le costruzioni degli avversari.
Il guadagno di un punto infatti concide con la perdita di un punto
da parte dell'avversario attaccato.
Inoltre se la conquista di un grattacielo coincide con l'acquisizione
del controllo della città il guadagno di punti raddoppia.
E poi, con che criterio si possono selezionare i pezzi in ogni turno?
In particolare quelli più grandi, forse i più "importanti",
vanno giocati nei primi turni oppure alla fine del gioco?
Io scelgo in base alle carte che ho in mano e al mio turno di gioco
nel round.
Cerco di sfruttare al massimo i round nei quali sono l'ultimo a
giocare.
Conquistare con una zampata il controllo del grattacielo più
alto oppure il controllo di una città incrementa sensibilmente
il punteggio.
Presto attenzione anche a quali giocatori possono rispondere ai miei
attacchi valutando i pezzi a loro disposizione in quel round e
privilegio mosse che impediscono contrattacchi.
Ho notato inoltre che spesso il prezzo da "pagare" per avere il
grattacielo più elevato è piuttosto alto e che forse in
molti casi conviene dedicarsi a diversificare le proprie costruzioni.
Anche le carte che si hanno in mano sono un elemento da valutare,
spesso conservare una carta e quindi la possibilità di giocare
in una particolare locazione nei turni successivi si rivela mossa
determinate per le sorti della partita.
In questo la fortuna è determinate, è piuttosto frustrante
non poter giocare in una posizione semplicemente perchè si
hanno in mano le carte "sbagliate".
Una piccola variante che forse migliora un poco la "mobilità"
consiste nell'avere in mano dall'inizio un paio di carte in
più.
A proposito di varianti ne ho trovata in rete una piuttosto simpatica
definita variante Godzilla.
Cercate un puppazzetto, meglio se una rappresentazione dell'omonimo
lucertolone, di dimensioni comparabili ad una locazione del gioco,
posizionatelo a caso sul tabellone all'inizio della partita e dopo
ogni turno muovetelo di una posizione nella direzione indicata dalla
carta giocata.
Se Godzilla raggiunge un grattacielo ovviamente lo abbatte.
Nel caso in cui il mostro raggiunge un lato del tabellone riprende
dall'altro.
Provatela, è molto divertente e anche se è piuttosto
"severa" vivacizza decisamente il gioco!
Questi articoli sono apparsi su CSI Genova Notizie, La Gazzetta del
Minotauro, Luglio-Agosto 2000.